Storia

 

La storia dell’Olandese Volante comincia nel 1951, quando l’architetto olandese Ulike van Essen ne disegna i piani. Il Flying Dutchman è un monotipo a scafo tondo e deriva mobile destinato a diventare la barca più innovativa della vela sportiva mondiale : una vera e propria Formula Uno. E’ un laboratorio di ricerca…la sperimentazione comincia subito.

Un anno dopo il prototipo, nel 1952, vengono aggiunti il genoa e il trapezio e diventa la I° Classe in cui ne sia consentito l’uso in regata.

Nel 1956 si costruiscono i primi scafi in fibra di vetro e, nel 1958, una barca in fibra costruita dall’italiana Alpa – Fiesco e portata da Vittorio Porta vince la Ski – Yachting di Cannes.

Nel 1960, ecco il doppiofondo e i pozzetti autovuotanti. Nello stesso anno il Flying Dutchman esordisce alle Olimpiadi di Roma, nelle acque di Napoli. Conserverà lo status olimpico ininterrottamente fino a Barcellona ’92, dopo di che, sicuramente non per demeriti della barca, sarà sostituito dal 49er, skiff acrobatico ma con parecchi limiti in caso di vento teso e onda (le olimpiadi di QuingDao ne sono la conferma).

Il 1961 porta con sé l’avvolgifiocco mentre nel 1964 si diffonde l’uso dei due spinnaker: uno per il lasco, uno per la poppa… Ancora modifiche sullo spi.

Nel 1966 è la volta della drizza a circuito chiuso, mentre il 1967 porta il tubo di lancio a prua. Dal 1969, le crocette iniziano a rodere i cervelli dei regatanti con regolazioni ed angoli in quantità industriale.

Nel 1976 viene inventato il trapezio continuo mentre nel 1977 si diffonde l’uso dello sparatangone automatico. Merito di un prodiere di FD, Ever Bastet, sono anche i carrelli autostrozzanti. Siamo nel 1978 e la Harken non tarderà a svilupparli e a commercializzarli… solo altissima tecnologia. Con gli anni 80, ecco l’Hi-Tech.

 

 

Nel 1979, comincia la costruzione in sandwich, mentre nel 1982 l’americano Mark Lindsay, combinando Kevlar, fibre di carbonio e cottura in forno, progetta una barca assai veloce (oro a Los Angeles con Jonathan McKee e Carl Buchan).
Nel 1983-1984 rig e rake regolabili, genoa più corto in balumina e con bugna multipla (il primo fu Dan Sail) rendono l’FD più versatile. Adesso anche equipaggi più leggeri possono affrontare al meglio condizioni meteo molto dure.

 
 
 
 
 
 
 

Nel 2012, Planatech presenta un Flying Dutchman completamente ridisegnato, ottimizzando l’intera attrezzatura di coperta, le linee d’acqua e le strutture con l’ausilio di software CAD 3D, VPP (Velocity Provisional Program) e FEA (Finite Element Analysis).

Materiali e tecnologie costruttive sono all’avanguardia: la barca è costruita interamente in fibra di carbonio pre-impregnata.
 
 
www.Planatech.it